La tipografia e il rapporto con la calligrafia
Tipografia e stampa digitale Milano
Proprio di questo si è parlato nel corso del seminario di Latin Calligraphy, tenuto da Roman Wilhelm all’Isia di Urbino. In particolare, durante il workshop si è indagato sul rapporto tra calligrafia e tipografia, cercando di rispondere alla domanda: quali sono le proporzioni ideali delle lettere, le relazioni che devono intercorrere tra di esse per rendere un testo leggibile?
Roberto Pieracini, direttore dell’istituto ha cercato di rispondere alla domanda: “potrei rispondere con il rapporto tra i bianchi e i neri della pagina, il loro equilibrio. Ma la leggibilità dipende anche da tanti fattori esterni, come la luce, e da altri umani, tra i quali l’affaticamento dell’occhio o altri disturbi simili”.
Tutti i partecipanti sono stati seguiti da Wilhelm, esperto del settore al quale è stato assegnato l’Ars Price della Dresdner Bank Lipsia 2009 e hanno avuto l’occasione di approciarsi al canone delle forme che verrà discusso criticamente in gruppo.
Pieracini, come riporta ifg.uniurb.it, ha concluso: “La calligrafia umanistica è alla base della tipografia. È stata studiata a scuola fino agli anni ’60 e bisogna ricordare che fino agli anni ’30 del Novecento tutti i documenti ufficiali erano scritti a mano. Poi l’avvento della macchina da scrivere prima e del computer poi ha fatto scemare la sua importanza. Quello che facciamo all’Isia è rendere gli allievi consapevoli dei meccanismi basilari in modo tale che non subiscano gli strumenti che usano”.
La tipografia e il rapporto con la calligrafia
30 Maggio 2013